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venerdì 6 luglio 2012

L'effetto domino nei mercati

Oggi (ieri per chi legge n.d.r.) è stato il giorno dell'abbassamento dei tassi d'interesse a breve termine dell'Eurozona. Il tasso d'interesse previsto dalla Banca Centrale Europea (BCE) è stato abbassato di un quarto di punto e portato dall'1% allo 0,75%.
Ma questo cosa ha provocato sui mercati?
Ricordiamo come uno degli obiettivi principale delle banche centrali è il conseguimento della stabilità dei prezzi; tassi di interesse elevati attraggono investitori stranieri alla ricerca del migliore ritorno "esente da rischi" per il loro denaro, il che può innalzare in misura significativa la domanda di valuta di quel paese; ebbene oggi (ieri n.d.r.) è accaduto l'esatto opposto, una fuga improvvisa di capitali. Abbiamo assistito ad un celere abbassamento del valore dell'Euro e conseguentemente al repentino innalzarsi di quello del dollaro. E' auspicabile credere che molte posizioni di carry trade siano state liquidate attivando così il meccanismo di vendite.
Quello che è stato interessante notare è che in contemporanea all'abbassarsi dei tassi e quindi all'apprezzarsi del dollaro statunitense, le principali commodity (oro e petrolio) abbiano reagito negativamente deprezzandosi a loro volta. Queste materie prime infatti sono valutate su base dollaro e quindi, per mantenere inalterato il loro "valore materiale" hanno reagito abbassando il proprio prezzo in maniera proporzionale all'aumento di quello della moneta di scambio.
Questa reazione a catena mi porta a credere che dietro ai prezzi battuti giornalmente con le quotazioni ci sia una logica di equilibrio tra il reale valore del bene (magari fissato dai cartelli di mercato) e il deprezzamento/apprezamento della moneta base dello scambio.
Poiché il dollaro statunitense è sicuramente la moneta principale, senonché quella più largamente diffusa a livello mondiale, la domanda che giornalmente dovremo farci è: <<cosa farà oggi il dollaro?>>. L'esatta risposta porterà, tramite l'analisi delle relative correlazioni dirette o inverse, a fornirci in linea di massima la tendenza generale dei vari mercati.
Ecco in sequenza i principali esempi di correlazioni inverse del US Dollar Index con lo S&P500, il Gold spot, il WTI, e della correlazione diretta con il VIX.